Recensioni d’Autore

Gotica chimera
Francesca Ghiribelli

Sentimento e malinconia

Sentimento e malinconia introspettiva dal gusto e l’ispirazione vagamente gotica in questa silloge a firma di Francesca Ghiribelli.

“STELLA PER SEMPRE/Argentea brina/ sui brividi degli occhi/ nube scolpita dai cuori/ che il vento degli anni/ soffia nell’anima./ Sei pagina/ dentro l’inchiostro/ di carta è fatta/ la nascita delle parole/ e qui coloro di pece/ le trasparenti ali del vento/ per librarmi/ creatura misteriosa/ nel mondo delle ombre. /Volerò incontro/ ai frizzanti baci della luna/ e tra le membra assopite/ del cielo/ sarò stella per sempre./ Per sempre luce/ nel buio del cuore.”

La chimera è l’amore, ovvero il sogno di un amore idealizzato capace di farci divenire un tutt’uno con la natura secondo la visione gotica.
Si tratta di slanci, aneliti e desideri che vertono al coinvolgimento, alla fusione armonica, empatica, come in un sogno o in un incantesimo, con l’ambiente.
Un amore che avvolge e vincola il beneamato come l’edera un tronco d’albero.
A volte il sentimento assume tinte fosche, nebbiose e rarefatte che il chiarore argenteo della luna osserva estranea eppure testimone.
Fremiti e brame sono compenetrati dal chiarore di un pallido lustro lunare.
Che siano abbracci dati e ricevuti o soltanto desiderati, poco importa se l’autrice che ne descrive e decanta le virtù con tanta grazia e gentilezza è in grado di evocarli come in una sognante visione.
“Gotica chimera” è una bella raccolta di poesie delicate e sensuali, insolite, con l’unica pecca di essere a volte ripetitive.
Il loro pregio è infatti lo stesso limite comune alla stragrande maggioranza dei poeti che scrivono d’amore: la costante unica della passione insistita e sofferta.
L’analisi introspettiva, le aspettative deluse, le speranze disattese sono tematiche trite e ritrite che non necessiterebbero di scomodare idealità e immagini gotiche.
L’eccessivo struggimento, il vagheggiamento, la farneticante o febbricitante dichiarazione d’amore sarebbero stati resi al meglio se rivolti direttamente alla natura invece che a un fantomatico amato la cui esistenza s’intuisce nel ricordo o nella mancanza, nel desiderio di quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Il mio voto: ☼ ☼ ☼ ☼

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