Recensioni d’Autore

Il tormento e l’estasi
di Irving Stone

Il tormento, l’estasi e l’onesto desìo.

“Il tormento e l’estasi” (Doubleday/1961 – Prima edizione italiana del 1962 – Corbaccio/1996 – 2011) di Irving Stone (San Francisco 1903 – 1989) è la biografia romanzata della vita tormentata e tempestosa di Michelangelo Buonarroti.
Egli fu un uomo solitario e scontroso, un gigante vissuto in un secolo di giganti dell’Arte.
“Il tormento e l’estasi” è anche l’affresco di un’epoca straordinaria dipinto con una destrezza e una passione fuori dall’ordinario da un grande scrittore.
I patimenti e le mortificazioni ma anche i grandi trionfi sono vividi e magistralmente narrati dall’autore statunitense.
La lettura di questo romanzo storico al tempo in cui frequentavo l’ultimo anno delle scuole superiori fu per me tanto coinvolgente da convincermi a proseguire lo studio della Storia dell’Arte presso un’Accademia di Belle Arti.

L’impulso incontenibile a scolpire per liberare l’anima nascosta e intuita nel materiale inerte provato di fronte a un blocco di marmo, il tormento dell’ansia creativa dell’artista toscano, l’estasi dell’infondere vita alla materia sono narrate in maniera luminosa e suggestiva.
L’amore per Contessina de’ Medici, nata Contessina Antonia Romola, durato per tutta la sua vita, la passione sfrenata per una signora bolognese, l’amorosa e virtuosa amicizia per Vittoria Colonna, sono rappresentati magistralmente.
Com’è noto Michelangelo non contrasse matrimonio né sono documentate sue eventuali relazioni con femmine o maschi.
Ancora in vita, sospettato e tacciato di omosessualità così scrisse nelle sue “Rime”:

«E se ‘l vulgo malvagio, isciocco e rio,
di quel che sente, altrui segna e addita,
non è l’intensa voglia men gradita,
l’amor, la fede e l’onesto desìo»
(Michelangelo Buonarroti – Rime – n. 83)

Con tocchi gentili e leggiadri Irving Stone romanza il primo incontro fra Contessina e Michelangelo accolto nel palazzo di Lorenzo de’ Medici e descrive come platonici quelli successivi.
Il Magnifico, erudito amante dell’Arte e della Cultura, aveva saputo riconoscere nel giovane la fiamma del genio.
Nel giardino dell’elegante dimora di Lorenzo de’ Medici ebbe modo di studiare e disegnare la scultura antica e classica.
Di certo provò una sfrenata passione per la bellezza del corpo umano, in particolare per quello maschile come dimostrano le sue opere.
Il Davide, la Pietà, il Mosè, la Cappella Medicea, la Volta della Sistina e il Giudizio universale, la Basilica di San Pietro, la Pietà Rondanini manifestano il suo fervore appassionato verso la fisicità.

In età avanzata, animato da sentimento mistico, in contrasto con la sua sensibilità artistica giovanile, manifestò un’intensa e severa religiosità.
Il romanzo ripercorre la vita dell’uomo come quella dell’artista e si sofferma uno a uno sui suoi più noti capolavori descrivendo gli eventi che contribuirono alla sua formazione e crescita personale.
Narra la sua vita tempestosa a partire dalle liti con i colleghi apprendisti presso la bottega del Ghirlandaio e poi gli screzi e le rivalità con gli artisti contemporanei, il rapporto idilliaco e contrastato con Papi e Signori che lo vollero alle loro corti e al loro servizio.
È il ritratto appassionante di un Michelangelo inedito, complesso, eccezionale qual fu sicuramente, profondamente umano quello che emerge dalla lettura del testo.

Dal romanzo “Il tormento e l’estasi” è stato tratto l’omonimo film del 1965 “The Agony and the Ecstasy “ sceneggiato da Philip Dunne e diretto da Carol Reed con la partecipazione di Charlton Heston nelle vesti di Michelangelo.
Il film, apprezzato dalla critica, costò dodici milioni di dollari alla Twentieth Century – Fox Film Corporation e ne incassò solo quattro ma ottenne varie nomination agli Oscar. Il mio voto: ☼ ☼ ☼ ☼ ☼

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